mercoledì 16 settembre 2009

09. I francesi

Dopo la seconda guerra mondiale, per la prima volta nella sua storia, la Francia non è invitata dai Grandi alla conferenza di Yalta e non partecipa al riassetto dell’Europa. Il 13.10.1946 l’approvazione referendaria di una nuova Costituzione introduce il suffragio universale, esteso anche alle donne, e inaugura la Quarta Repubblica, che riesce a superare la difficile situazione economica. In politica estera, contrariamente a quanto hanno fatto Gran Bretagna e Germania, la Francia cerca di difendere coi denti l’impero coloniale e, a partire dal 1950, si impelaga nella guerra d’Indocina prima e in quella d’Algeria, poi. L’impossibilità di risolvere favorevolmente questi conflitti genera un periodo di instabilità politica, cui pone fine l’avvento al potere di De Gaulle, che fonda la Quinta Repubblica (1.6.1958) e riforma in senso centralistico le istituzioni, ricorrendo, nel corso del suo governo, a metodi plebiscitari. De Gaulle antepone ai problemi economici e sociali la politica estera, che è divisa fra un esasperato nazionalismo e le esigenze, in senso comunitario, legate all’Unione Europea.
Dopo il ritiro di De Gaulle, viene eletto alla presidenza della repubblica Georges Pompidou (1969-74), che dà alla politica francese un orientamento più europeo e punta a migliorare l’apparato industriale del paese. La sua politica, che tende a dare alla Francia un ruolo internazionale di primo piano, è proseguita da Valéry Giscard d’Estaing (1974-81), che, travolto da alcuni scandali, come quello dei diamanti regalatigli da Bokassa, non viene rieletto. Il quarto presidente della Quinta Repubblica è il socialista François Mitterand (1981-95), il cui governo è caratterizzato dall’impegno a dare maggiore autonomia alla Francia nella politica internazionale, dalla rottura fra socialisti e comunisti e dalla coabitazione con un governo di destra.

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