mercoledì 16 settembre 2009

12. I tedeschi

Prostrata dalla sconfitta, che le è costata ingenti perdite di cose e persone, indebitata, divisa in quattro aree d’occupazione (di fatto in due aree: a Est la Repubblica democratica tedesca o RDT, controllata dai sovietici, a Ovest la Repubblica federale tedesca o RFT, controllata dagli occidentali), la Germania del dopoguerra sente di essere un paese umiliato e depresso. Il processo di Norimberga (novembre 1945 – ottobre 1946) nei confronti dei gerarchi nazisti, che vengono condannati come unici responsabili della guerra, libera il popolo da ogni senso di colpa e rende possibile la sua ripresa morale, alla quale si aggiunge quella economica che, favorita dal piano Marshall (1948-52) e dalla politica del socialdemocratico Konrad Adenauer, primo cancelliere della RFT (1949-63), che si adopera con successo nell’integrazione del suo paese nell’Europa occidentale e nella NATO, restituendo alla RFT il ruolo di una delle maggiori potenze industriali del mondo. Sotto il suo cancelleriato, per evitare la fuga dei tedeschi della RDT verso ovest, attraverso la “frontiera aperta” di Berlino, i sovietici decidono di erigere un muro (1961), che non solo divide nettamente la città tedesca, ma che finisce anche per rappresentare il simbolo della divisione del mondo nelle due sfere d’influenza, capitalista e comunista.
L’opera di Adenauer è proseguita dal successore, Ludwig Erhard (1963-66), che, con l’appoggio degli Stati Uniti, insiste nella politica liberale e finisce per divenire il principale artefice del miracolo economico tedesco del dopoguerra. Con Kurt G. Kiesinger (1966-69) si apre una pagina nuova nella politica della RFT, che, pur rimanendo fedele all’alleanza atlantica, comincia a interpretare un ruolo più indipendente nel panorama internazionale. Willy Brandt (1969-74) apre a Est e stabilisce rapporti cordiali con i paesi comunisti, ma l’arresto di uno dei suoi più stretti collaboratori come spia della RDT lo costringe alle dimissioni (1974).
Sostenitore deciso dell’alleanza atlantica, Helmut Schmidt (1974-82) chiede l’installazione sul suolo tedesco delle armi nucleari americane. Sul piano interno, egli riesce a fronteggiare una difficile situazione economica ma, alla fine, è costretto a dimettersi a causa della crisi della sua coalizione. Gli succede Helmut Kohl (1982-98), che accentua la linea filoatlantica in funzione antisovietica e, dopo l’abbattimento del muro di Berlino (27.11.1989), si impegna con successo alla riunificazione delle due Germanie (1.7.1990), divenendo il primo presidente della Germania unita.

Nessun commento:

Posta un commento